Stando agli elementi raccolti dagli inquirenti, attraverso dichiarazioni e intercettazioni, la comunità "Il Samaritano" viveva al suo interno secondo uno stile ben diverso da quello che proiettava all' esterno. Porte aperte giorno e notte e tanta attività sessuale, a pagamento o in cambio di favori. Spetterà naturalmente ai giudici stabilire la veridicità dell'impianto accusatorio. Ma intanto ci sono queste accuse, che pesano come macigni sulla testa di don Giovanni Usai, principale protagonista di questa storia. Accusa che parla di favoreggiamento della prostituzione e di violenza sessuale.
L' ACCUSA - Alla base della richiesta della misura cautelare "c'è la grave e principale tesi"
LA DIFESA - A tutte queste accuse ha ribattuto don Usai nel corso dell'interrogatorio di garanzia che si è svolto il 31 dicembre. Il sacerdote ha definito falsi tutti gli episodi che gli sono stati contestati. Uno dei suoi legali, l'avvocato Francesco Pilloni, ha puntualizzato che "c'è una malcelata voglia di provocare danno a quest'uomo da parte di soggetti che non hanno certo l'aureola. Le intercettazioni possono avere tante interpretazioni, non c'è niente di eclatante".
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