Record senza precedenti dal 1945 di fuga di fedeli dalla Chiesa in Austria a causa degli scandali di abusi sessuali di preti su minori: nel 2010, 87.400 pecorelle sono fuggite, rispetto a 53.269 nel 2009, quando pure fu registrato un record. Un incremento del 64%. Per la Chiesa austriaca, in un Paese tradizionalmente molto cattolico, significa un grave danno di immagine, una diagnosi malata delle suo stato, ma anche una pesante perdita di fonti di finanziamento, dal momento che, con l' esodo, verranno a mancare i fondi che i fedeli versavano sotto forma di tasse alla Chiesa.
Le diocesi hanno infatti già annunciato drastici risparmi. La diocesi di Klagenfurt (Carinzia) è quella più colpita (in termini percentuali 94% di fughe, pari a un calo di entrate di 440.000 euro l'anno), seguita da Vienna (25.314 fughe).
L'arcivescovo della capitale, cardinale Christoph Schoenborn, considerato vicino a Papa Benedetto XVI, ha parlato di realtà «dolorosa»
ma ha anche espresso la speranza, citando studi interni, che il 44% di quanti hanno abbandonato la Chiesa pensino seriamente di rientrarvi «in determinate condizioni». Secondo i «dati provvisori sullo sviluppo della vita ecclesiastica nel 2010» presentati oggi a Vienna, esattamente 87.393 persone hanno voltato le spalle alla Chiesa quest'anno. Al 31 dicembre la Chiesa contava circa 5,45 milioni di fedeli in Austria (su circa otto milioni di abitanti), contro 5,53 nel 2009. La maggior parte delle fughe sono avvenute nella prima metà del 2010, in estate l'emorragia è invece calata. La ragione principale dell'esodo risiede nella serie di abusi sessuali venuti di recente alla luce in Austria e risalenti in parte al passato. Ma non solo. Una delle cause sono sicuramente gli «scandali degli abusi sessuali», «ma la vera causa è più profonda», e ha a che fare con la società, ha detto Schoenborn. Secondo il cardinale, il legame con le istituzioni è in genere fortemente calato, e ciò vale anche per i partiti e le organizzazioni sociali. Per la Chiesa si aggiunge il fatto che da tempo è finita «l'unità di Chiesa, Stato e Società» introdotta con l'imperatore Costantino. «L'appartenenza alla Chiesa è sempre più una scelta e non più una tradizione».
L'arcivescovo ha adottato una linea ferma sugli abusi sessuali chiedendo che sia fatta piena luce, che i colevoli siano puniti e le vittime difese. A tal fine ha nominato la primavera scorsa una commissione indipendente in difesa delle vittime, presieduta da una donna, l'ex governatrice della Stiria Waltraud Klasnic, della Oevp, (il partito popolare, cattolico).
Secondo Schoenborn, per quanto dolorose le fughe siano, esse sono anche il «segnale di una nuova libertà... che ha anche dei lati positivi». È importante non solo la domanda perchè i fedeli lasciano la Chiesa ma anche cosa motiva gli altri a rimanere. I giovani che lo fanno sono sicuramente oggi una minoranza ma anche «un buon elemento» per la società, ha detto. Per le organizzazioni critiche, come la Piattaforma «Vittime delle violenza della Chiesa», i dati sono un «barometro della solidarietà con le vittime». La Chiesa fa troppo poco per punire i responsabili al suo interno e anche la «commissione indipendente per le vittime» nominata e finanziata da Schoenborn è prevalentemente una «operazione di Pr», criticano.
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