di Maria Vittoria Cascino.
Monsignor Bertolotti come l’ abate Saunière: Via Crucis, sepoltura e tanti inspiegabili soldi.
Sulle tracce del Sacro Graal ad Altare di Savona. All' Indiana Jones che ha letto Dan Brown, il mistero e l' ambiguo a condire una ricerca che di romanzesco ha solo l' approccio. Ti porti dietro Giorgio Baietti, giornalista e storico, autore de «Lo specchio inverso», libro-rivelazione che fa rizzare le antenne al Giacobbo di Voyager. Tanto da dedicargli un servizio, che un tassello nuovo va ad infittire il rompicapo di Rennes Le Chateau e del suo abate Bérengere Saunière: entra in scena un altro prete, mons. Giuseppe Bertolotti, il Saunière di Altare? Premessa per cogliere l' eccezionalità (?) dell'asse Rennes-Altare: due preti poveri, due paesi di poche anime, stesso periodo storico e un'improvvisa ricchezza di cui si ignora la provenienza. Dai dati all' antefatto di Rennes
che già ha saturato le pagine del Codice Da Vinci e ingabbiato in ricerche ossessive decine di storici e appassionati. Francia, all'ombra dei Pirenei. Correva l'anno 1885: arriva a Rennes il nuovo parroco, si chiama Bérenger Saunière, ha 33 anni e carriera promettente, ma il suo vescovo stranamente gli fa percorrere le medesime tappe di un altro parroco, vissuto cento anni prima a Rennes le Chateau e che, pare, fosse a conoscenza di un enorme segreto (la discendenza di eredi reali di Gesù portata alla ribalta da Dan Brown?). Durante il restauro della chiesa della Maddalena, Saunière casualmente ritrova quattro pergamene con incisi strani segni. Il vescovo lo chiama nel seminario di Saint Sulpice a Parigi per decifrarle. Tornerà dopo tre settimane con una disponibilità di denaro incalcolabile. Saunière non lascia più Rennes Le Chateau, trasforma la sua piccola chiesa in un tempio, inverte la Via Crucis, mette a reggere l'acquasantiera un demone orrendo, sulla porta d'ingresso fa incidere simboli dell'antico Egitto e la frase «Questo luogo è terribile». Tutto vero e assolutamente inspiegabile.
Fermo immagine. Altare, 12 chilometri quadrati e poco più di 2000 anime nell' entroterra di Savona. Cosa c'entra con Rennes? Altare è la patria dei vetrai: legami storici con i mastri francesi, poi la campagna di Napoleone (1796) e una presenza francese preponderante che via via è andata scemando. Stop. Focus su Baietti, origini savonesi, da oltre vent'anni Rennes-dipendente. «Ne venni a conoscenza per caso ai tempi dell'università - racconta lui - leggendo un libercolo dimenticato da uno studente greco-cipriota. Lo divorai in una notte e partii subito per Rennes». Baietti ci torna almeno sei volte l'anno da vent'anni. «E ogni volta scopro qualcosa di nuovo». Durante una conferenza nel savonese, qualcuno gli parla di Altare e di un prete la cui storia ricalca quella di Saunière. Baietti si caccia in un'altra avventura. Un'uscita autostradale sulla Savona-Torino: pochi chilometri ed ecco Altare silenziosa e pallida.
Subito alla Chiesa di Sant'Eugenio, nella Piazza intitolata a Mons. Giuseppe Bertolotti. Un restauro importante iniziato nel 1865 e conclusosi nel 1927 e un prete che se ne sta 62 anni ad Altare, rifiutando la carica di vescovo vicario di San Giovanni in Laterano propostagli da Papa Pio X. La vetrata inonda di luce il pavimento: pare che durante i lavori, sollevandolo, sia stato rinvenuto uno scheletro seduto su una poltrona e rivolto ad oriente. Baietti ci va cauto, e se il primo riferimento evidente è alla massoneria, l'altro è a Saunière: «Quando morì, l'abate non fu disteso su un letto, ma messo seduto e rivolto ad oriente». Panoramica sui preziosi interni: ti fermi sulle stazioni della Via Crucis: «Sono disposte in senso antiorario, proprio come nella chiesa di Rennes». Cerchi la statua di San Rocco, patrono dei vetrai, ne trovi una all'ingresso, «ma quella emblematica è l'altra - suggerisce Baietti - Quella custodita nelle stanze dietro l'altare. Il San Rocco riporta la ferita sulla coscia destra e non sulla sinistra come vuole la tradizione. E lo stesso vale per la statua del santo a Rennes».
Cominci a correre sull'analogia, sulla lunga linea retta dai Pirenei agli Apennini. Baietti ti spiega che Bertolotti nasce in una famiglia poverissima, papà maniscalco, mamma sarta e molti figli. Lui è un semplice prete di campagna, ma nel 1988 comincia a spendere, costruisce due asili (uno ad Altare, l'altro a Cairo Montenotte), un palazzotto di fronte alla chiesa, e due splendide ville Liberty: Villa Rosa (in dono alla sorella Rosalia e oggi sede prestigiosa del Museo del Vetro) e di fianco Villa Agar (che regalerà alla sorella Enrichetta, in sposa ad un Bormioli, oggi casa di riposo). Finanzia anche la costruzione di un osservatorio ad Altare. Ma i soldi da dove arrivano? Qualcuno spaccia la storia di tredici milioni rubati alla Duchessa di Galliera e ritrovati da un fratello di mons. Bertolotti che si affrettò a riconsegnarli. In cambio la Duchessa avrebbe elargito una grossa somma di denaro. «Non regge - insiste Baietti - sembra costruita ad arte per depistare. E poi non è strano che a quel fratello Bertolotti non donò mai nulla? Non è neppure nella tomba di famiglia. Da testimonianze raccolte pare invece che il monsignore ricevesse una busta ogni mese per lo più da Parigi». Perché? Conteneva denaro? Nessuno si domanda nulla. Telefoni al parroco per saperne forse qualcosa di più, ma la risposta è seccata: «È una realtà talmente complessa che non posso rilasciare interviste». Taglia corto, e ti viene il dubbio che la storia c'è tutta se appare «complessa». In giro non cavi una parola, sali al cimitero dov'è il mausoleo di mons. Bertolotti: una costruzione imponente e una tomba da papa. Sopra, l'anomalo stemma che si scelse: un drago con le ali. Poi le croci, la più alta è sulla cupola, con scolpito all'interna un fiore a quattro petali, «forse un collegamento con i Rosacroce - azzarda Baietti - ma la particolarità è che la stessa croce è sulla tomba di Antoine Gelis, il prete di Coustaussa, vicino a Rennes, assassinato la notte di Ognissanti del 1897, e sui quadri della Via Crucis di Rennes». Troppe le analogie per essere solo coincidenze. Il mistero galoppa e Baietti ne agguanta i pezzi, uno dietro l'altro. Sulle tracce del Sacro Graal o di che altro?
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