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LA VERGOGNOSA STORIA NASCOSTA DI ALCUNI PAPI (SECONDA PARTE)


Papa Giovanni XXIIIn generale gli storici non sono stati benevoli verso l' Inquisizione. Lea, un Quacchero che occupò molti anni della vita a studiare l' inquisizione, parla di un "infinita serie di atrocità". Lord Acton, cattolico, asserisce che l' Inquisizione non è mai stata a corto di "uccisioni religiose....Il principio alla base dell' inquisizione era micidiale". E, per quanto riguarda i papi, "Essi erano non solo omicidi in grande stile, ma avevano fatto dell'assassinio una base legale della Chiesa Cristiana e una condizione per la "salvezza"".  Persino dopo la Seconda Guerra Mondiale, G.G. Coulton era in grado di dire che l' Inquisizione era responsabile per "le più elaborate, diffuse e continue barbarie legali che si possano ricordare nel corso di tutta la storia civilizzata". Nulla che gli Imperatori Romani abbiano fatto ai cristiani può essere paragonato per quantità, qualità e durata temporale con la sistematica malvagità dell' Inquisizione.
 L' occultista egiziano, Rollo Ahmed, nel suo "The Black Art" (1971) descrive l' Inquisizione come la "più impietosa e feroce istituzione che il mondo abbia mai conosciuto...Le atrocità che l' Inquisizione commise costituiscono la più blasfema ironia nella storia religiosa, disonorando la Chiesa Cattolica con la morte di vittime innocenti che venivano bruciate al fine di eludere la massima "Ecclesia non novit sanguinem" (la Chiesa non sparge sangue).
R.R.Madden fornisce una testimonianza diretta della sua visita ad Avignone nel suo libro "Galileo e l'I nquisizione", con la orribile descrizione delle camere di tortura, di giudizio, delle celle e della struttura generale delle operazioni. La sua opinione sulla possibilità da parte di un accusato di sopportare la procedura inquisitoria è netta ed assolutamente negativa. La sua descrizione del "forno", all'interno del quale venivano incatenati ad appositi anelli i condannati al fine di essere "bruciati vivi", è pianamente drammatica, completa dell'orribile particolare delle camice inzuppate di zolfo che venivano fatte indossare alle vittime affinché bruciassero meglio.
Ai piani superiori (del palazzo dei papi ad Avignone) pontefici come Giovanni XXII (a sinistra), ammassavano una fortuna sfruttando poveri disgraziati, vendendo beni della chiesa, commerciando in indulgenze e dispense papali. Altri papi, come Clemente VI, si stravaccavano nudi, tra lenzuola di lino bordate di ermellino, insieme alle loro molte amanti. Nei piani sottostanti (i fondi) innumerevoli vittime, anch'esse nude, urlavano in agonia mentre venivano torturate e bruciate, qualche volta solo per aver mangiato carne durante la quaresima.
Madden, che era accompagnato nella visita da un amico, un pastore Battista, si sentì chiedere all'uscita:"Bene, Madden, cosa pensi della tua religione, ora?". Madden dice di averci pensato molto prima di rispondere." Sono convinto, Wire, che essa deve essere la vera religione, perché se non avesse avuto dentro di se un vitale e divino principio non avrebbe mai potuto sopravvivere ai crimini che sono stati commessi in suo nome".
Uno storico cattolico disse "sarebbe meglio essere ateo piuttosto che credere al Dio dell'Inquisizione". Un'altro precisò che lo stesso Gesù avrebbe sofferto e sarebbe stato giustiziato per mano degli inquisitori dei papi. Egli (Gesù) parlava con gli eretici (la donna Samaritana) pranzava con Pubblicani e prostitute, attaccava ministri del tempio, scribi e Farisei, e violò anche il sabato cogliendo e mangiando grano quando era affamato.
Non appare quindi sorprendente che la "Casa sull'Angolo" del papa sia tutt'ora funzionante. Il cardinal Ratzinger, o chi per esso, telefona ad un prete in California, in Canada o in Australia, ordinandogli di eliminare le sue ricerche sull'opinione dei vescovi in relazione al celibato del clero o sulle percentuali di fedeli favorevoli alla contraccezione. Teologi vengono scacciati e licenziati dai loro posti di lavoro, preti vengono sospesi dalla loro attività ecclesiatica, solo per aver manifestato il loro dissenso in relazione ad insegnamenti "non infallibili".
All'assurdo massacro degli eretici si devono poi aggiungere altre due categorie di soggetti, duramente perseguitate dalla Chiesa: le streghe e gli Ebrei.
Nel caso delle streghe non desidero discettare sulle improbabili accuse, impossibili responsabilità e ridicoli malefici che venivano addebitati agli imputati, mi limiterò a dire che Gregorio IX diede il via ad un inondazione di follia collettiva che sembrò quasi travolgere la realtà oggettiva.

La descrizione delle operazioni messe in atto dal sadico prete Conrad, uno dei capi informatori/inquisitori di papa Gregorio, supera ogni possibile immaginazione.
Centinaia di morti torturati e bruciati testimoniano la pazzia della Chiesa. Morti che a volte, come i Templari, educati al coraggio ed alla fede, non erano tuttavia in grado di resistere alle spaventose sofferenze. (uno di essi disse:"ammetterei con gioia di aver ucciso Dio, se tutto questo mi venisse risparmiato").
Le confessioni si moltiplicarono e divennero sempre più estrose e complesse (avrei voluto vedere il contrario!). Pur di evitare ulteriori sofferenze gli accusati cercavano di compiacere gli inquisitori con sempre più elaborate fantasie (sesso con il Diavolo, figli con lui, voli notturni, malefici, l'Anticristo sta per giungere, trasformazioni in lupi, civette, gufi, gatti, etc. etc.). E le confessioni diedero la stura a nuove escalations dell'orrore.
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La Bolla di Innocenzo VIII (a sinistra) del dicembre 1484 "Summis desiderantes affectibus" sembra stimolare ulteriormente questa progressione, con il rendere parte integrante della fede cristiana i blateramenti di vecchie malandate urlati sotto tortura. Essa recita: Uomini e donne allontanandosi dalla fede Cattolica si sono abbandonati ai diavoli, incubi e succubi, e per mezzo di incantesimi, sortilegi, congiure ed altre maledetti peccati, hanno sgozzato infanti ancora nel grembo della madre, vitellini, bestiame, hanno fatto appassire i raccolti, reso uomini impotenti e donne sterili, hanno fatto sì che i mariti non potessero andare con le mogli e le mogli non potessero ricevere i loro mariti" . Dal 1484 chiunque dubitasse o negasse la stregoneria , fosse vescovo o teologo, doveva essere classificato come un eretico e pagare il relativo scotto.

Innocenzo conferì la suprema autorità sulla supervisione di questo massacro ai domenicani Kramer e Sprenger (conosciuti come gli Apostoli del Rosario) , che scrissero congiuntamente il "Malleus Maleficarum" nel 1486. Il libro che, secondo alcuni storici, produsse più morte e miseria di qualsiasi altro.
Il libro è noto e, se non si trattasse di un opera che ha avuto un impatto micidiale, la lettura di alcune sue parti costiturebbe una fonte di sarcasmo per le complicate operazioni che il Diavolo è costretto a compiere per raggiungere i suoi fini.
Questo testo, basilare per gli investigatori, ebbe il suo seguito in molti altri volumi, scritti da molteplici mitomani imbecilli come Boguet (Discorsi sulla stregoneria), ma in nessun caso i cacciatori di streghe sembrano essersi resi conto che erano loro medesimi a creare le streghe.
Alle presunte, ipotetiche, cerimonie stregonesche la Chiesa oppose sue personali forme di magia, quali acqua santa, candele benedette, campane, medaglie, rosari, reliquie, esorcismi e sacramenti, ma nonostante tutte queste armi "divine", essa sembrava perdere la guerra. Più torturava, bruciava ed uccideva, più c'erano streghe e fattucchiere. In letteratura vengono riportati casi di località nelle quali il numero delle streghe superava del doppio quello delle persone "normali". Interi paesi vennero spopolati, bruciandone gli abitanti.

Naturalmente la stregoneria c'è sempre stata, anche prima del cristianesimo. A volte identificata con le religioni naturali, a volte con pratiche di erboristeria o sciamaniche. Ma il papato ha contribuito con una serie di Bolle e di encicliche che non trovavano alcuna rispondenza nei dieci secoli precedenti e la giustificazione teologica fornita dagli inquisitori era che la "vecchia" razza di streghe (non pericolosa e quasi innocua) si era estinta ed era stata sostituita da una nuova razza più forte e più potente, la lotta alla quale giustificava procedure che, prima di Innocenzo VIII, sarebbero state considerate contrarie alla natura stessa della Fede.
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Papi come Alessandro VI (a sinistra), Leone X, Giulio II, Adriano VI contribuirono con il loro succoso apporto, stabilendo "infallibilmente" l'esistenza delle streghe. Ancora nel 1623 Gregorio XVI decretava che chiunque avesse fatto un patto con il diavolo doveva subire la prigione a vita.
Improvvisamente, nel 1657, senza preavviso o spiegazione, la Romana Inquisizione stabilì che i processi fatti sino ad allora non erano stati gestiti correttamente. Gli inquisitori avevano sbagliato applicando continuamente la tortura e ponendo in essere altre irregolarità. Non ci fu una parola di scusa o una precisazione sul ruolo papale in questa orrenda buffonata. E non una parola di rimorso sulle migliaia che morirono in questo periodo d'incubo ( tanto per citare qualche cifra limitata alla "stregoneria":1278 vengono impiccati a Londra 267 ebrei accusati di omicidi rituali contro i cattolici;1416, arse 300 donne nel Comasco per ordine dell'Inquisizione; 1485, giustiziate 49 persone a Guadalupe per ordine Inquisizione; 1485, bruciate a Bormio 41 donne per ordine dell'inquisizione; 1505, uccise 14 donne a Cavalese su ordine del vicario del vescovo di Trento; 1507, bruciate 30 persone a Logrono [Spagna] per ordine dell'Inquisizione; 1514, altre 30 donne vengono bruciate a Bormio per ordine dell'Inquisizione; 1518, bruciate 80 donne in Valcamonica per ordine Inquisizione; 1562, bruciate 300 persone a Oppenau [Germania]; 1562, bruciate 63 donne a Wiesemberg [Germania] e 54 persone a Obermachtal [Germania] su ordine Inquisizione; 1680 bruciati 20 ebrei a Madrid su ordine Inquisizione, e sono solo alcuni episodi "sporadici").

Prima di parlare della persecuzione degli Ebrei, mi permetto ancora di ricordare lo strano e doloroso collegamento tra Sabba delle streghe (che iniziava il venerdì sera) ed il sabato ebreo, collegamento rilevato o operato abilmente dagli inquisitori fin dall'inizio della loro caccia. E questo fa pensare ancora di più.
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Mi scuso di essermi perso dietro alla questione delle odierne scuse ecclesiastiche, fino ad arrivare a streghe, eretici e Galileo, di cui però parlerò presto.
Per il momento torno indietro al 1294, anno in cui Benedetto Gaetani venne incoronato papa Bonifacio VIII (a sinistra).
Iacopone da Todi, il poeta che scrisse il famoso "Stabat Mater", bellissimo inno ecclesiastico, commentò che nessun nome era più inadatto di quello: Benedetto non esibiva affatto una "buona faccia" (Bona Facies/Bonifacio).
Molto alto e duro, egli aveva, a ottant'anni, gli occhi più freddi che si siano mai visti in un uomo. Il cardinal Llanduff disse di lui:"E' tutto lingua ed occhi, il resto di lui è completamente corrotto". Rifiutava udienze per personali antipatie e ridicolizzava disgraziati con difetti fisici o intellettuali. Aveva improvvisi attacchi di furore che scaricava su chiunque avesse vicino. F.M.Powicke lo definì così:"Era ammirato da molti, temuto da tutti, amato da nessuno".
Era calvo, con le orecchie a ventola su di volto incendiato dall'arroganza di colui che sa di non avere eguali. "Il seno del Romano pontefice - egli disse - è la fonte ed lo scrigno di ogni legge. Questa è la ragione per la quale la cieca obbedienza alla sua autorità è essenziale per la salvezza".
Nel Giubileo del 1300 dicono di averlo sorpreso seduto sul trono di Costantino mentre ripeteva incessantemente:"Io sono il pontefice, io sono l'imperatore."
I suoi abiti erano i più costosi, ornati di gemme e pellicce. Quando parlava, sputacchiava attraverso il largo spazio interdentario lasciato da due denti mancanti nella mascella superiore. Il suo predecessore, Celestino V aveva detto di lui:" Tu ti sei insinuato sul trono come una volpe, regnerai come un leone e morirai come un cane".
Pochi papi sono riusciti ad arricchire la propria famiglia come Bonifacio. Un diplomatico Spagnolo affermò:"Questo papa si preoccupa solo di tre cose:una lunga vita, una ricca vita, una ben arricchita famiglia intorno a lui." Conosciuto come "Magnanimus Peccator" , non perse tempo a nominare cardinali tre suoi nipoti ed a farli ricchissimi con terreni e proprietà. Secondo Dante questa "bestia" mutò la tomba di San Pietro in una fogna.
Un libertino se ce n'è mai stato uno, tenne una volta come amanti, contemporaneamente, una donna sposata e la figlia di questa. Una delle sue battute sembra essere stata:"Fare del sesso è come sfregarsi le mani". Invecchiando diede sempre più spazio al suo secondo hobby, quello di fare soldi. Il Medico spagnolo che gli salvò la vita divenne il "secondo" uomo più odiato di tutta Roma.
L'unica preoccupazione che lo tormentava era il pensiero che tutti credevano che avesse convinto con l'inganno il suo predecessore a dare le dimissioni. Si tratta di una delle storie più strane e curiose di tutta la storia della Chiesa e cominciò alla morte di Niccolò IV, nel 1292. Nel Conclave tenutosi subito dopo a Perugia gli undici elettori non riuscirono ad accordarsi, divisi tra il Colonna e l'Orsini.
Benedetto Gaetani se ne stette in disparte, senza partecipare alla disputa. Dopo due anni di temporeggiamenti egli dichiarò di aver ricevuto una lettera da un santo eremita , Pietro da Morrone, che abitava in una caverna in Abruzzo. Chiese quindi di offrire finalmente alla Chiesa un papa santo e propose di fare papa Pietro. Una comitiva di cardinali si recò in Abruzzo, guidata da Pietro Colonna, e, tra la puzza di santità del luogo (doveva essere un bel fetore, quello di uno che non si lavava e non si cambiava mai d'abito), conferì il papato al sant'uomo. Pietro di Morrore accettò prendendo il nome di Celestino V. Non volendo risiedere a Roma che giudicava licenziosissima, stabilì la sua Sede Santa a Napoli.
Gaetani, con la scusa di metterlo più a suo agio, gli costruì all'interno del Castello Nuovo una celletta di legno nella quale, come disse un suo contemporaneo, il papa si nascondeva come "un fagiano nel sottobosco".Non capiva un tubo di politica, non parlava il latino e ,quando doveva spostarsi, o andava a piedi o a dorso di mulo.
I cardinali si resero conto subito del loro errore: Celestino oltretutto donava ai poveri e non aveva nessuna sensibilità verso la simonia. In poco tempo avrebbe mandato la Chiesa in fallimento.
Non sapendo che cosa fare si rivolsero al Cardinal Gaetani che provvide subito a fare un buco nel muro della cella del papa e ad infilarci una sorta di megafono.
Notte dopo notte tormentò il papa:"Celestino...., Celestino...,lascia il tuo incarico....è un peso troppo grande per te".
Dopo diverse notti di questa sorta di ipnosi subliminale posta in essere, secondo Celestino, dallo Spirito Santo, l'ingenuo monaco decise di abdicare, dopo appena quindici settimane di papato.
("ab hoc ferunt deceptum Cælestinum voce tamquam cœlitus missa per cannam ad eum factam, ut defereret pontificatum et Bonifacium institueret" da Summa omnium conciliorum et pontificum, 1691, Lugduni)
Naturalmente Gaetani , a questo punto, pretese il papato... e lo ottenne.
Nominato nel dicembre 1294 rinchiuse, per sicurezza e tranquillità personale, Celestino nel Castello di Fumone, dove il vecchio eremita morì pochi mesi dopo.
Purtroppo per Bonifacio la famiglia Colonna venne a sapere come Bonifacio aveva ingannato Celestino e, per tutto il periodo del suo papato, Bonifacio visse nell'incubo che venisse messa in discussione la sua nomina.

Con i cardinali Colonna ci furono anche scontri militari e, ad un certo punto, Bonifacio riuscì anche ad estrometterli dal collegio cardinalizio.
Vinta questa battaglia Bonifacio decise di distruggere anche l'ultimo rifugio dei Colonna, suoi nemici mortali, e fece radere al suolo la bellissima cittadina di Palestrina ed uccidere tutti gli abitanti che non erano riusciti a fuggire (nei rapporti si parla di seimila morti).Venne distrutto tutto. Il palazzo di Giulio Cesare, i mosaici antichi e preziosi, il tempio della Vergine Maria in marmi preziosi. Solo la cattedrale venne risparmiata.
Per quest'atto mostruoso, compiuto nella primavera del 1299, Dante lo seppellì nell'ottavo cerchio dell'inferno.
Circa tre anni dopo, in seguito alla disputa con Filippo di Francia (il Bello) , già colpito da interdetti e anatemi vari (conseguenti alla Bolla "Clericis Laicos", nella quale si scomunicava qualunque religioso che pagasse alcunché ad un laico, fosse pure re o imperatore), Bonifacio decise di emettere un'altra Bolla, che in seguito molti avrebbero preferito non avesse mai scritto: "Unam Sanctam" che, tra le altre cose, affermava "Esiste soltanto una santa, cattolica e apostolica chiesa, fuori della quale non esiste salvezza o remissione dei peccati...Colui che nega che la spada temporale è nel potere di Pietro interpreta erroneamente le parole del Signore:"rimetti la tua spada nel fodero".Entrambe le spade, la spirituale e la temporale, sono nella potestà della Chiesa.
Quella spirituale è brandita dalla Chiesa, quella temporale per la Chiesa. La prima per mano dei preti; la seconda per mano dei re e dei principi secondo il volere e la tolleranza del prete. Una spada deve sottostare all'altra; la materiale sotto la spirituale, così come l'autorità temporale è in generale sotto quella spirituale.....Il potere spirituale deve decidere sul potere terreno e giudicare se sia buono o meno. Come disse Geremia: Guarda, io ti ho messo sopra tutte le nazioni e i regni." Come ultima pennellata aggiunse:"Noi dichiariamo, annunciamo e stabiliamo che è senza dubbio necessario per la salvezza di ogni creatura assoggettarsi al Romano Pontefice".
Uno dei consiglieri del re di Francia commentò:"La spada del papa è fatta di parole, quella del mio padrone è d'acciaio."

Il re diede incarico a Nogaret di fare tutto il necessario per deporre il papa, cosa che Nogaret fece con abilità ed astuzia. Un anno dopo, riunite le sue forze con quelle di Sciarra Colonna e corrotti alcuni guardiani , conquistava d'un colpo e all'improvviso Anagni, roccaforte del papa, che tutto si aspettava meno questo. Pestato e denudato, mentre ripeteva attendendo la morte da Sciarra "ec le col, ec le cape (ecco il mio collo, ecco la mia testa), fu salvato dall'intervento di Nogaret che aveva incarico di portarlo a Lione.
Dopo alcuni giorni di tormento i cittadini di Anagni si ribellarono, temendo di essere colpiti dall'anatema papale e di poter fare la fine di Palestrina, e cacciarono Sciarra e Nogaret, rilasciando il pontefice dalla sua prigionia. Purtroppo (o meglio, per fortuna!) l'uomo era completamente sconvolto e trascorreva il suo tempo sbattendo la testa contro il muro. Secondo quanto riportato morì poco dopo (trentacinque giorni) asserragliato nella sua stanza nel Laterano e solo come un cane ("morieris ut canis" era stata la profezia di Celestino).
(Dalla profezia derivò la breve frase con cui Bonifacio veniva definito: intravit ut volpes, regnavit ut lupus, mortuus est ut canis, ibid.)
La curiosità finale della storia della "Bestia Nera" di Dante, papa eretico, mondano, assassino, etc, etc., è che quando nel 1605 la sua tomba fu spostata ( per completare la nuova Basilica di San Pietro), il sarcofago si ruppe aprendosi ed il suo corpo apparve, dopo tre secoli, perfettamente intatto.
Solo le labbra ed il naso mostravano segni di danneggiamento.
Se fosse stato ammazzato da Sciarra e Nogaret avrebbe persino rischiato di essere fatto santo.

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