Savona, la procura smentisce che sia indagato anche il vescovo Lupi per omesso controllo. I soldi regionali finiti altrove. Bufera sulla curia. Parroci accusati di truffa e falso.
Savona - Nuova bufera giudiziaria sulla Curia savonese. Una decina tra preti e responsabili di circoli cattolici ha ricevuto un avviso di garanzia per aver utilizzato fondi regionali destinati al recupero degli oratori per realizzare altre opere: dovranno rispondere di truffa e di falso. Al momento .- come precisa la procura della Repubblica - il vescovo Vittorio Lupi, non è indagato. Si sta accertando se, come previsto dal bando regionale, Lupi in persona abbia firmato alcune delle richieste di finanziamento presentate dalle parrocchie e finite nel mirino dei magistrati:
in quel caso l’accusa nei suoi confronti sarebbe di omesso controllo, un obbligo previsto dagli accordi stipulati tra Stato e Chiesa nei Patti Lateranensi.
L’inchiesta intende fare luce sui contributi pubblici distribuiti dalla Regione tra il 2007 e il 2009, destinati agli oratori e ad altre attività connesse a favore di disabili (legge regionale numero 6 del 9 aprile del 2009) su ”valorizzazione e funzione degli oratori”. Alcuni sacerdoti avrebbe invece realizzato interventi interni ed esterni alla rispettive sedi parrocchiali, dai parcheggi sino alla ristrutturazione di immobili.
A dare via all’inchiesta è stato l’esposto del parroco di Lavagnola, don Giovanni Lupino, stanco di vedersi respingere la propria domanda. Il sacerdote ha scritto alla procura di Savona: «Leggere sui resoconti regionali, presenti sul sito della Regione Liguria, che i soldi sono andati a parrocchie che non hanno un oratorio ricreativo, indigna e offende ogni cristiano onesto, poiché significa che non si sono usati criteri di correttezza e trasparenza. L’uso scorretto del denaro pubblico è un reato da perseguire». La richiesta non è caduta nel vuoto. Nei mesi scorsi gli agenti di polizia giudiziaria sono andati a bussare alla porta delle parrocchie che avevano ottenuto i soldi. Hanno sentito i parroci, hanno scatto foto per documentare le opere realmente realizzate. Poi hanno bussato alla porta della Curia.
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