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ARGENTINA: GUERRA SANTA SULLE NOZZE GAY


Cristina Kirchnerdi Sebastiána Lacunza
Il cardinal Bergoglio lancia anatemi e mobilita la base cattolica Oggi in senato il voto decisivo e incertissimo su un progetto di Cristina Kirchner. Il matrimonio egualitario, senza distinzioni fra opzioni sessuali, è vicino alla sua consacrazione legale in Argentina. Però le poderose forze conservatrici del paese, con la chiesa cattolica alla loro testa, stanno lanciando minacciosi anatemi e dichiarazioni «di guerra» per impedire l'eguaglianza di diritti. Voto a voto, risultato imprevedibile, il senato deciderà oggi la modifica del codice civile. Il governo peronista di centro-sinistra guidato dalla presidenta Cristina Kirchner ha fatto proprie dal 2009 le bandiere della militanza gay e di genere, e portato avanti un progetto ambizioso, simile a quello vigente da anni in una decina di paesi, fra cui Spagna, Belgio e Olanda.
 Alla Camera l'iniziativa è stata approvata in maggio da una maggioranza che comprendeva anche deputati di altri partiti di centro-sinistra e perfino di alcuni di centro-destra, mentre ci furono diserzioni da parte di sostenitori del governo. Ma si sapeva che il difficile era il senato, storicamente più conservatore.
Il dibattito è trasversale alla società argentina. L'ex-presidente e attuale deputato Néstor Kirchner ha lanciato un appello per «lasciare definitivamente da parte le visioni discriminatorie e oscurantiste». Sua moglie, la presidenta Cristina Fernandez, ha denunciato lunedì che espressioni quali «la guerra di Dio» o «il progetto del demonio» rimandano «ai tempi dell'Inquisizione», alludendo alle parole usate dal cardinale Jorge Bergoglio.
Il cardinale, acerrimo critico del governo, ha a sua volta denunciato «la mossa del padre della menzogna», riferimento a Kirchner, «che vuole confondere e ingannare i figli di Dio». Il capo della chiesa argentina si è messo alla testa della resistenza e ha fatto appello alle scuole cattoliche e alle parrocchie perché finanzino la mobilitazione dei fedeli nelle marce anti-gay che si sono svolte qui ieri sera.
Si suppone che il movimento Lgbt conterà, oggi in senato, con l'appoggio di solo la metà dei senatori fedeli al governo per cui sarà assolutamente necessario pescare voti nell'opposizione (per la maggior parte di destra). In ogni caso il voto si annuncia incertissimo. Quelli che si oppongono alla legge, hanno messo insieme in quatto e quattr'otto un progetto di «unione civile» pieno di restrizioni, fra cui il divieto del diritto di adozione, per cui Cristina l'ha liquidato come una sorta di «apartheid».
La «guerra di Dio» a cui ha chiamato il cardinal Bergoglio è solo una in più. La contrapposizione della chiesa con il governo comprende anche i processi ai responsabili per i crimini di lesa umanità commessi fra il '76 e l'83. Il «papabile» Bergoglio (battuto da Ratzinger) è stato accusato da settori di base della stessa chiesa e da secerdoti gesuiti di avere «consegnato» ai militari due preti di sinistra durante la dittatura. naturalmente il cardinale nega e dice di aver fatto il possibile per salvarli.
L'Argentina è all'avanguardia nel riconoscimento dei diritti omosessuali in America latina fin da quando, nel 2002, la città di Buenos Aires adottò una legge locale di unione civile, uno strumento che, visto in retrospettiva, sancisce diritti di base.
Con il passare del tempo, il Distretto federale del Messico, governato del Partito della rivoluzione messdicana (Prd, centro-sinistra), ha approvato l'anno scorso il matrimonio libero con il diritto di adozione, mentre l'Uruguay, un paese per molti aspetti conservatore, ha vigente la «unione cuncubinaria» dal 2008, con diritto all'adozione dal 2009. Sono gli unici paesi dell'America latina all'avanguardia in materia.
Da anni Buenos Aires è considerata una città «gay friendly» dalle guide turistiche, ciò che peraltro non vuole dire che il paese sia tollerante nel tema della diversità sessuale. Sebbe sia sicuro che ci siano strade, bar, hotel, discoteche e centri culturali affini al mondo queer in barrios emblematici come San Telmo, Norte, Palermo o Centro, e che la identità sessuale abbia cessato di essere un tabù per gli adolescenti, la chiesa continua ad avere un peso enorme al momento di lasciare strada all'immaginario sociale, specialmente nelle province lontane dalla gran capitale. E non si tratta solo dei preti: anche i pubblicitari, che si considerano così chic, così snob, così cool, a volte nei loro avvisi creativi rivelano idee cavernicole. Carne per i divani freudiani.
Per cui i sondaggi indicano una solida maggioranza in favore del matrimonio gay nella capitale argentina e in altre città importanti, ma i numeri s'invertono nell'interno del paese, fra le classi alte e i settori più bassi.
ilmanifesto.it



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