"I conti alla fine sono tornati a Silvio Berlusconi e non a Gianfranco Fini. E il risultato è chiaro. Il presidente del Consiglio ha vinto, il suo antagonista presidente della Camera ha perso: nessun disarcionamento del premier, nessun ribaltone, nessuna crisi formalmente aperta.Tuttavia la fase critica è tutt'altro che archiviata".
GIACOMO GALEAZZI.
Berlusconi «ha vinto», Fini «ha perso», ma «la fase critica è tutt`altro che archiviata»: il direttore di "Avvenire", Marco Tarquinio, parte da questa considerazione, in un editoriale di prima pagina, per chiedere al premier di non cercare l'equilibrio politico «solo nei numeri parlamentari», ma di mirare al «rinsaldamento del quadro politico» con «scelte e gesti significativi». «Se fino a ieri mattina il futuro della legislatura e il ripensamento del bipolarismo italiano, dopo l`ingloriosa andata in soffitta della tentazione bipartitica, sembravano in mano agli specialisti in aritmetica», scrive il direttore del giornale dei vescovi
in un editoriale intitolato "Ritorno alla politica", «da ieri sera è chiaro che molto dipenderà da chi, a Palazzo Chigi e in varie sedi di partito, sa fare progettazione e l`equilibrio non lo cerca solo nei numeri parlamentari. È infatti inimmaginabile che novità in grado di portare a un`evoluzione e a un rinsaldamento del quadro politico possano prodursi senza che alle parole si accompagnino scelte e gesti significativi». In particolare, Tarquinio rileva che l'invito a ricostituire una più ampia area dei «moderati» lanciato da Berlusconi «sembrava mirato esclusivamente all`Unione di centro, ieri si è capito che è diretto al partito di Pier Ferdinando Casini, Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione, ma anche ad altri. E che l`attenzione al disagio che continua a emergere nel Pd non è di maniera. Una cosa così impegnativa è stata detta da Berlusconi (e confermata dal suo alleato Bossi) in un modo che definire agrodolce è forse poco, ma è stata scandita ripetutamente». Per il quotidiano Cei, «da una situazione così, le vie d`uscita politiche possono essere due. O le elezioni anticipate (extrema ratio, non certo soluzione). O il rilancio del governo e della sua azione. Cioè il ritorno alla politica».
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