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Belgio: Cinque prelati davanti alla commissione parlamentare speciale per gli abusi sessuali
Hanno sostanzialmente scelto una linea difensiva “passiva e attendista” i cinque prelati che secondo il quotidiano belga Le Soir sono stati interrogati dalla commissione parlamentare d’inchiesta sugli abusi sessuali commessi da preti e religiosi in Belgio. Ad eccezione del vescovo di Namur, Remy Vancotten, tutti gli altri sono apparsi reticenti e poco propensi a sanzionare i colpevoli. Luc Van Looy vescovo di Gand ha affermato di aver ricevuto ben sei informative relative a nuovi casi di abusi sessuali, ma di non averle trasmesse spontaneamente alla giustizia.”Sono in una posizione attendista – ha dichiarato – mi chiedete di trasmettere i documenti alla Giustizia? È un buon suggerimento”.
La deputata Van Cauter ha fatto allora notare che non informandone la giustizia si corre il rischio della prescrizione del reato e ha aggiunto: “Se aspettate abbastanza a lungo, il colpevole non potrà essere punito. E se attendete ancora più a lungo la vittima non potrà essere indennizzata”.
Il vescovo di Liegi, da parte sua, ha manifestato la propria intenzione di non informare la Giustizia o la polizia se non “nel caso di recidiva, quindi di minaccia per altre persone”.
Di fronte poi allo stupore della presidente della commissione che faceva notare come “la chiesa sospende a divinis immediatamente chi rinuncia al celibato, ma mantiene in esercizio i colpevoli di abusi”, la candida risposta del vescovo di Bruges è stata: “Lo noto anch’io”. In quanto poi alle cause della rottura tra loro e l’ex magistrato Godelieve Halsberghe, che presiedeva la commissione interdiocesana di trattamento delle denunce, i cinque prelati hanno risposto: “Ci trovavamo di fronte ad una giustizia parallela, lei voleva imporci l’indennizzo delle vittime” dice il vescovo Jousten, che si è dichiarato disposto tutt’al più ad un’eventuale partecipazione della chiesa alle spese per le cure terapeutiche delle vittime e solo nel caso che “il colpevole non abbia i mezzi di provvedervi autonomamente”. In ogni caso l’indennizzo dovrà essere concordato in “maniera amichevole e caso per caso… Vogliamo aiutare ma questo non ci deve costare caro!” hanno concluso i vescovi.
“Non avete scelta, se non volete perdere credibilità – ha ribadito la deputata Marghem – “dovete presentare le scuse alle vittime e indennizzarle, raccogliendo i fondi necessari”.
La commissione ha fatto infine rilevare: “Il diritto canonico offre possibilità d’indennizzo delle vittime. Perché non vi fate ricorso?”. “Se il diritto canonico lo prevede, sta alle vittime esigerlo” è stata la risposta dei vescovi. Ma per la commissione parlamentare si tratta invece di un “diritto disciplinare e solo la chiesa può attivarlo, ed è quello che essa dovrebbe fare”. “Le vostre istanze dovrebbero diventare anche le nostre” ha quindi prudentemente concluso uno dei vescovi.
Franco Virzo
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