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IL LIBRO DELLA GENESI


Eden"Ciò che si trova nel testo ebraico antico è diventato irriconoscibile,
invisibile, sepolto sotto i tabù,
gli equivoci, le superstizioni.
Perché non dirlo?"
(Igor Sibaldi, La Creazione dell' Universo, Sperling Editore)
Sintetizzare, in poche parole, il vero significato occulto del Libro della Genesi, attribuito a Mosè, è un' impresa impossibile per cui mi limito, in questo breve articolo, a evidenziare soltanto alcuni concetti salienti, generalmente ignoti al mondo cristiano occidentale.
Come, giustamente, sostiene lo studioso Igor Sibaldi, le traduzioni moderne della Bibbia sono incomprensibili poiché derivano quasi tutte dalla pessima traduzione greca della "Settanta" e, successivamente, dalla non meno inesatta traduzione latina della "Vulgata" di San Gerolamo.
Analizzando alcuni aspetti importanti del Libro della Genesi nella sua lingua originale che è l' Ebraico Geroglifico Antico (ben diverso dall'Ebraico corrente)
 è doveroso eliminare dalla nostra mente alcune infodate certezze:
- il monoteismo
- il peccato originale legato al concetto di sessualità (molto caro al cristianesimo)
- la disuguaglianza degli uomini (molto cara all'ebraismo ortodosso)
- la subordinazione della donna all'uomo.
Queste infodate certezze non sono altro che costruzioni teologiche delle Religioni ufficiali ed istituzionali, che con il testo ebraico della Genesi non hanno nulla a che fare.
Innanzitutto è bene sapere che la valenza geroglifica dell'antica lingua ebraica è stata riscoperta nel 1822 da Antoine Fabre-D'Olivet, esattamente poco dopo che Champollion aveva decodificato il segreto dei geroglifici egizi.
In una lingua geroglifica, ovviamente, ogni singola lettera dell'alfabeto ha un senso compiuto per cui, nel tradurre correttamente e letteralmente la Bibbia, va tenuto conto anche del significato compiuto di ogni singola consonante, che va ad incastonarsi con altre consonanti formando, quasi, una formula chimica.
Tralasciando l'aspetto linguistico e filologico del testo biblico, desidero, ora, evidenziare alcuni "concetti-base" delle prime pagine del Libro della Genesi.
Il testo ebraico per indicare la Divinità fa uso di due nomi: Elohim e IHWH.
Questa apparente ambiguità dei due nomi divini viene spesso trascurata da quasi tutta la critica veterotestamentaria.
Diciamo subito che il Libro della Genesi attribuisce la creazione dell'universo e dell'umanità a molteplici "DIVINITA' CREATRICI" chiamate appunto Elohim.
In Ebraico Geroglifico Antico Elohim è un plurale che significa, letteralmente, gli Dei.
Gli Elohim agiscono durante i sei giorni della creazione appunto creando nella loro luce, cioè in loro stessi, e, infine, creano l'adam (che significa l'umanità).
Gli Elohim appartengono alla categoria del "divenire", e, nel testo biblico, sono sempre a favore del genere umano, che hanno creato nella loro ombra e nella loro capacità di assimilazione (nelle versioni consuete della Bibbia questo concetto viene espresso con le parole "a immagine e somiglianza").
Dopo il sesto giorno della creazione, nel Libro della Genesi, compare un nuovo personaggio, esattamente IHWH (che significa letteralmente "COLUI-CHE E'" e che, quindi, appartiene alla categoria dell'essere e non del divenire).
Questa nuova Divinità ha soltanto un ruolo di Demiurgo, di Artigiano, di plasmatore e non di creatore, che fa, appunto, essere tutte le cose create dagli Elohim nella loro luce, nel mondo della materia per cui, analizzando la valenza geroglifica di IHWH troviamo l'aspetto del "limite".
Dunque IHWH è il Dio del Limite, il Dio della Terra, quasi mai a favore del genere umano.
Con IHWH iniziano tutti i divieti e i castighi nei riguardi dell'adam (umanità).
Innanzitutto IHWH pone l'adam nell'Eden (Gan-Bi 'eDeN in Ebraico Geroglifico Antico significa letteralmente "cinta nella sfera temporale"), in una sorta, cioè di "prigione" seppure apparentemente accogliente.
Nelle versioni consuete della Bibbia questa "cinta nella sfera temporale" viene, impropriamente, tradotta come "Giardino dell'Eden" o, peggio ancora, come "Paradiso Terrestre".
IHWH, poi, rompendo gli involucri dell'adam, plasma l'aiSHaH, che, nell'ebraico corrente, significa "donna", "moglie", "compagna", ma che nel testo biblico appare come il femminile di aISH (L'IO INDIVIDUALE) per cui, nel contesto biblico, l'aiSHaH non è la donna, ma, esattamente, l'aspetto femminile dell'IO, l'Anima dell'IO.
IHWH, inoltre, proibisce all'adam (umanità) di cibarsi del frutto dell'Albero della Conoscenza del Bene e del Male, ma il termine ebraico con cui viene tradotto "Albero" è precisamente 'eTZ, che, letteralmente, significa "Crescita".
Si evince quindi che IHWH, invidioso della crescita conoscitiva dell'adam, proibisce a tutta l'umanità di cibarsi del frutto della Crescita della Conoscenza del Bene e del Male poichè, essendo un Dio del Limite, teme che l'adam possa elevarsi sempre di più fino alle vette degli Dei.
Ma il "serpente", che nel linguaggio geroglifico simboleggia "la strada", "il varco" suggerisce all'aiSHaH, cioè all'aspetto femminile dell'IO, all'Anima dell'IO, che aiuta l'aISH (L'IO INDIVIDUALE) a vedere oltre il limite consentito, di varcare il confine della "Conoscenza", e le indica la via che porterà l'adam verso la "Crescita della Conoscenza", esattamente come volevano gli Elohim creatori, i quali, avevano posto nella genetica umana, l'impulso verso la "Conoscenza", che porterà, nel tempo, a far trasgredire all'adam tutti i divieti che IHWH, il Dio del Limite, aveva posto per impedire l'evoluzione umana.
IHWH, infatti, dopo che l'adam (umanità) si è cibato di tale "Crescita", rivolgendosi sgomento agli Elohim supremi, dice:
"Ecco! Ora l'umanità è come uno di noi per la conoscenza del bene e del male.".
(Genesi, 3,22).
Sempre più turbato, adirato, e invidioso dell'evoluzione umana, IHWH impedisce all'adam (umanità) di cibarsi del frutto dell'Albero della Vita, che, letteralmente, va tradotto come "Crescita delle Vite" per impedire lo sviluppo dell'IO DIVINO che, come dormiente scintilla, è presente in ogni essere umano.
Bisogna sottolineare che nelle versioni consuete della Bibbia non viene fatta nessuna distinzione tra gli Elohim, le Divinità Creatrici, sempre a favore del genere umano, e IHWH, il Dio del Limite e della Terra, sempre ostile all'evoluzione umana.
Nelle versioni consuete delle Sacre Scritture queste due categorie, ben distinte, di Divinità vengono, erroneamente, tradotte con il termine "Dio" se si tratta degli Elohim, e con il termine di cortesia "Il Signore Dio" se, invece, si tratta di IHWH impedendo, quindi, al lettore, di scorgere la sostanziale differenza degli "interventi divini" nella storia dell'umanità, e facendo, erroneamente, credere, alle persone religiose, un concetto inesistente nella Bibbia: il Dio unico!
Ma il tabù linguistico che si è venuto a creare, nei secoli, sulla Bibbia (l'Ebraico Geroglifico Antico, ripeto, è diverso dall'ebraico corrente) ha reso possibile che anche per l'ebraismo ortodosso Dio è uno.
Una certa speculazione filosofico-mistica sui due nomi divini, Elohim e IHWH, la possiamo trovare, in parte, in alcuni studi esoterici di Qabbalah Ebraica, che, però, non hanno quasi nessun influsso, purtroppo, sulla moderna critica veterotestamentaria.

                                                                             GERMANO SPLENDORE

(Il Libro della Genesi - Approfondimenti, by GERMANO SPLENDORE © 2007 All Rights Reserved)



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