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“CENSURATE IL SITO CHE CRITICA IL PAPA”


Giovanni Paolo II“Papa Giovanni Paolo II violava i diritti umani, i fedeli e i preti sono scontenti”. Parola di un sacerdote: e il pezzo sparisce.
Non è ancora molto chiaro ciò che è successo in Australia. La vicenda è raccontata dal media locale The Age, che riporta la storia di Cath News, “un popolare servizio di notizie online e di newsletter, che ha diffuso sabato un articolo del rispettabile prete australiano Eric Hodgens, compreso un link al testo completo pubblicato su Swag, il giornale della Conferenza Episcopale dei sacerdoti australiani”. Nell’articolo il prelato australiano non era stato molto tenero nei confronti del pontefice e, genericamente, contro la dirigenza della chiesa di Roma.
VIOLA I DIRITTI UMANI – Le critiche erano state ampie ed esplicite.
Nell’articolo di Swag, padre Hodgens scriveva che i preti “si sentivano traditi dal Papa e dai vescovi”, parlava di papa Giovanni Paolo II come di un uomo afflitto da una “monumentale sete di potere”
 e diceva che il potere aveva corrotto il papato. Scriveva che papa Giovanni Paolo “attaccava ogni opinione che fosse diversa dalla sua” e diceva che la Congregazione della Dottrina della Fede (già Inquisizione) violava i diritti umani operando in segreto. La Chiesa, rifiutando la libertà di parola, diventava più povera e più facile all’errore. “Tutti noi siamo abusati da questo processo. Il prete sulle strade non viene mai consultato, però è tenuto a difendere politiche che né lui, né il suo popolo ritengono giuste”, scriveva.
Evidentemente combattivo, dunque, il pezzo apparso sull’organo ufficiale dei preti australiani. Sarà per questo che, appena la vicenda è diventata di dominio pubblico, una manina si sarebbe attrezzata per rimuoverlo. Secondo the Age, il pezzo è stato censurato da una “mano nascosta nelle alte sfere, probabilmente l’arcivescovo Denis Hart”. La newsletter, una volta diffusa nell’indirizzario email, non può essere richiamata; i gestori di Swag, il sito cattolico, hanno così risolto in un altro modo: “Fin dal primissimo pomeriggio, il link nella mail non conduceva più all’articolo originale ma ad un diverso pezzo”. In questo modo, dunque, cambiando l’associazione degli URL, il danno è potuto rientrare.


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