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UN’ ONDATA DI SBATTEZZI TRAVOLGE LA CHIESA CATTOLICA TEDESCA


Sbattezzi in Germania7 aprile 2011 - Dopo lo scandalo dei preti pedofili record di abbandoni tra i fedeli
Un grande segno di sfiducia. Dopo i casi di abusi sessuali compiuti da sacerdoti la Chiesa tedesca ha subito un’ ondata di sbattezzi. 180 mila persone non hanno pagato la tassa di finanziamento al clero cattolico tedesco. Per la prima volta nella storia della Germania gli sbattezzi cattolici hanno superato quelli protestanti. La cifra però potrebbe essere ancora più alta, perché questo dato è calcolato tramite l’iscrizione formale.
RECORD NEGATIVO – I dati sono stati calcolati da un’ indagine di un inserto di Die Zeit nelle ventisette diocesi presenti in Germania. 24 di loro hanno comunicato le cifre degli sbattezzi, mentre solo tre no. Una crescita di uscite dalla Chiesa pari al 40% rispetto al 2009, un incremento in numeri assoluti di 50 mila fedeli in meno.La Chiesa tedesca cattolica batte per la prima volta quella protestante, che ha subito una flessione di circa 150 mila fedeli.
 La pubblicazione di numeri così negativi non ha però scosso più di tanto le gerarchie. “Ogni uscita è prima di tutto una perdita sul piano umano”, ha rimarcato il portavoce della conferenza episcopale tedesca, Matthias Kopp. La crisi dell’ anno scorso non può essere sottaciuta, ma “bisogna guardare avanti”. La Chiesa cattolica vuole recuperare la credibilità persa. “E’ doloroso per noi, perché molte persone hanno utilizzato lo sbattezzo come la loro forma di protesta a causa dello scandalo”, ha detto all’inserto di Die Zeit il vicario generale di Colonia Dominik Schwaderlapp.
GERARCHIE COLPEVOLI – La Chiesa cattolica non ha però chiarito come vorrebbe recuperare la sua credibilità, quale strategia utilizzare per riconquistare spazio nel cuore e nell’anima dei fedeli fuggiti. “Faremo di tutto, perché gli sbattezzi diminuiscano in futuro”, ha evidenziato il portavoce Kopp, sottolineando il processo di dialogo instaurato dai vescovi tedeschi. Ma solo parlarne potrebbe non bastare, sottolinea Der Spiegel. Troppi hanno taciuto ai vertici ecclesiali durante l’anno dello scandalo. Non sono stati solo gli abusi a determinare gli sbattezzi record del 2010. Molte molestie erano in realtà accadute nei decenni passati, elemento che ha determinato la prescrizioni della maggior parte dei reati commessi dai sacerdoti.
Molta delusione è stata però provocata dal modo con il quale la Chiesa cattolica ha affrontato il tema. Una sensazione di copertura dei casi, invece che una piena ammissione degli abusi con la conseguente espulsione dei colpevoli. Per molto tempo non è stato fatto niente. Alcuni sacerdoti sono stati protetti, con il pretesto della loro anzianità.  Le scuse alle vittime sono sembrate poco convinte, non sentite, e chi ha subito gli abusi non ha per nulla gradito il comportamento della Chiesa nei loro confronti. Molti di loro non sono uscite dalla comunità cattolica, ma volevano vedersi riconosciuti i loro diritti come parte della Chiesa.
IL SILENZIO DEL PAPA HA INFASTIDITO - Per molte settimane il Papa ha taciuto su quanto accaduto, e quando le dichiarazioni sono arrivate, perfino il portavoce del Vaticano Federico Lombardi ha dovuto rimarcare che Benedetto XVI aveva voluto prendere posizione sugli abusi sessuali commessi nella sua patria natale. “Alla luce degli attacchi del mondo, che parlano dei nostri peccati, noi riconosciamo la necessità della pena, riconosciamo cosa è sbagliato nella nostra vita”, una dichiarazione fatta durante una messa nell’Aprile 2010. Solo a giugno è arrivata una più chiara richiesta di scuse. “Noi preghiamo Dio e gli uomini di perdonarci, e promettiamo allo stesso tempo che vogliamo impegnarci in ogni modo perché simili abusi non possano più accadere”.



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