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IL DIAVOLO NELLE SCRITTURE


Figli degli dei e figlie degli uominiHo già detto del serpente biblico definito come animale e basta. L' episodio venne ripreso in modo diabolico nel libro della Sapienza del I secolo dove troviamo: Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono [2, 24]. Dopo questo brano venne l' Apocalisse di cui ho detto. Si può dire che sia per ebrei che per cristiani l' origine del male è nella caduta degli angeli, caduta che però ha almeno un paio di versioni bibliche. Nella Genesi [6, 1-4] leggiamo le cose seguenti:
6:1 Or quando gli uomini cominciarono a moltiplicare sulla faccia della terra e furon loro nate delle figliuole,
6:2 avvenne che i figliuoli di Dio videro che le figliuole degli uomini erano belle, e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte.
6:3 E l' Eterno disse: `Lo spirito mio non contenderà per sempre con l' uomo; poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni saranno quindi centovent' anni'.
6:4 In quel tempo c'erano sulla terra i giganti,
 e ci furono anche di poi, quando i figliuoli di Dio si accostarono alle figliuole degli uomini, e queste fecero loro de' figliuoli. Essi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi.
        Il passo è oscuro e vi sono ipotesi che tentano di chiarire varie domande relative a chi sono i figli di Dio e perché i figli che essi ebbero con le figlie degli uomini diedero vita a una razza di giganti (nephilim). Con argomenti colti che richiamano altri testi, si è mostrato che vi sono tre possibilità: i figli di Dio potrebbero essere gli angeli caduti o potenti sovrani regnanti sulla Terra, oppure discendenti santi di Set che si sposarono con dei discendenti malvagi di Caino. Le tre tesi si sono scontrate per secoli e si è arrivati quasi concordemente ormai a ritenere che la più probabile sia la prima con una contraddizione che resta ancora aperta: gli Angeli, come scrive Matteo [22:30], non si sposano ma ... si deve tener conto che in teologia tutto è possibile e male che va c'è il mistero. Il testo infatti non dice che gli angeli non sono in grado di sposarsi ma che non si sposano. Inoltre Matteo, nel brano suddetto, parla degli angeli nei cieli, non degli angeli caduti (Perché alla risurrezione non si prende né si dà moglie; ma i risorti sono come angeli nei cieli). Il fatto che gli angeli del cielo non si sposino o non intraprendano relazioni sessuali non significa che questo valga anche per gli angeli caduti e quindi per Satana e i suoi demoni. Infine sebbene gli angeli siano esseri spirituali [Ebrei 1:14], essi possono apparire in forma umana [Marco 16:5]. Gli uomini di Sodoma e Gomorra volevano accoppiarsi con i due angeli che erano con Lot [Genesi 19:1-5]. Comunque antichi interpreti ebrei, scritti apocrifi e pseudoepigrafi sono unanimi nel sostenere la tesi che gli angeli caduti siano i figli di Dio menzionati in Genesi [6:1-4]. E poi la tremenda punizione del Diluvio (5 - Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo. 6 - Il Signore si pentì d'aver fatto l'uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuor suo. 7 - E il Signore disse: "Io sterminerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato: dall'uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli; perché mi pento di averli fatti" … Genesi 6:5-7) poteva essere originata solo da una grave offesa a Dio da parte degli angeli caduti che si mettevano addirittura a procreare e non certo da accoppiamenti tra uomini, qualunque essi fossero.
        Assunto che i figli di Dio sono angeli caduti, essi hanno generato dei giganti che, a loro volta, hanno generato demoni che dal Diluvio in poi intrigano con malvagità i figli di Noè in modo che facciano sacrifici agli idoli cioè a entità diverse dall'unico Dio. E qui nascerebbe il paganesimo e l'idolatria, in chiara e netta opposizione a Dio. Per quanto abbiamo già visto, qui nasce la superstizione e, per traslato, la magia. Da questo punto si intrecciano altre storie che determinano sempre meglio la natura e la struttura dei diavoli. Schmitt indica nel monaco orientale Giovanni Cassiano, fondatore a Marsiglia del monastero di Saint Victor, colui che, tra il 430 ed il 435, nella sua opera Collationes Patrum, dette una versione diversa sull'origine mitologica della magia e della superstizione. La contaminazione e la malvagità nacque quando i discendenti di Set, terzo figlio di Adamo ed Eva, si accoppiarono con i discendenti di Caino (primo figlio) che erano perversi. Da questa progenie vennero tutte le perversioni e malvagità, su istigazione dei demoni vennero le tecniche malefiche, gli artifizi e le superstizioni magiche.
        Il Diluvio avrebbe dovuto purificare tutto ma così non fu perché il seme del male germogliò in uno dei figli di Noè, Cam, che la passò al figlio Cus. Questo Cus fu al centro degli studi sul satanismo negli autori medioevali ed egli non sarebbe altri che Zaratustra o Zoroastro che in Asia inventò magia ed idolatria, secondo il racconto di Gregorio di Tours (circa 538 - 594) nella sua Historia francorum [1, 6](8).
        Ma il mito della caduta degli angeli dal Paradiso ha, sempre nei testi sacri, una seconda versione che è anche un'altra versione sull'origine del male. Secondo questa seconda versione che si ritrova in autori cristiani del I secolo, gli angeli sarebbero stati cacciati dal paradiso prima della creazione dell'uomo. Questa versione fu ripresa da Padri della Chiesa sia greci che latini, tra cui Agostino [De civitate dei, XI, XII, XIV] e Gregorio Magno [Moralia in Job, XXX]. Ammettere la caduta come precedente alla creazione dell'uomo dà il via al serpente che viene mosso dall'angelo caduto o è esso stesso il diavolo [De civitate dei, XIV, 11, 2]:
 
11. 2. Dunque l'uomo viveva secondo Dio nel paradiso che era insieme del corpo e dello spirito. Non avveniva infatti che era paradiso del corpo per i beni del corpo e non dello spirito per i beni dello spirito, e viceversa che era dello spirito, perché l'uomo godesse mediante le facoltà intellettuali, e non del corpo perché godesse mediante le facoltà sensibili. Era certamente l'uno e l'altro per l'uno e l'altro bene. Poi l'angelo superbo e quindi invidioso, disdegnando mediante la superbia Dio per se stesso e scegliendo quasi con presunzione da tiranno di dominare su esseri a lui sottomessi anziché essere sottomesso, precipitò dal paradiso dello spirito. [...] Egli con la furberia del cattivo consigliere propose di insinuarsi nella coscienza dell'uomo che invidiava perché era rimasto in piedi mentre egli era caduto. Quindi nel paradiso del corpo, ove con i due individui umani, maschio e femmina, soggiornavano altri animali terrestri sottomessi e innocui, scelse il serpente, animale viscido che si muove con spire tortuose, perché adatto al suo intento di comunicare con l'uomo. Avendolo sottomesso mediante la presenza angelica e la superiorità della natura, con la perversità propria di un essere spirituale e giovandosene come di uno strumento, con inganno rivolse la parola alla donna, cominciando cioè dalla parte più debole della coppia umana per giungere gradualmente all'intero. Riteneva infatti che l'uomo non credesse facilmente e che non potesse essere tratto in inganno con un proprio errore ma soltanto nel consentire all'altrui errore.
        Con questi due autori si afferma la leggenda di Satana come primo angelo della luce, Lucifero, che volendo rendersi simile al suo Creatore peccò di superbia in modo tale che lo stesso Creatore lo scaraventò negli abissi insieme ai suoi seguaci. Da qui inizia la storia umana perché Dio volle consolarsi della solitudine creando l'uomo per farlo vivere dove prima vi erano gli angeli ribelli, il Paradiso. Satana si vendicò mettendo l'uomo contro Dio mediante il serpente. Da quel momento Satana è sempre dietro l'uomo per tentarlo ad ogni nefandezza, al peccato, all'idolatria, alla superstizione.

LA NATURA DEI DEMONI

        Lo Pseudo Dionigi, già incontrato, si preoccupò di creare anche una gerarchia di demoni a capo dei quali vi era il diavolo (da diabolus, diffamatore, colui che crea discordia). Il primo a dare il nome diavolo al capo dei demoni fu Tertulliano (III secolo, in Apologeticus 22, 8, 10), quindi vi fu Girolamo nella sua Vulgata, ed infine Agostino che nel De divinatione daemonum (406-411), dedicato alla divinazione (anche se con la grave lacuna della non indicazione di come si riconoscono i profeti ispirati da Dio e di quelli ubbidienti al demonio, che all'epoca infestavano il mondo) tracciò la natura dei demoni che ispiravano la divinazione dei pagani, divinazione che aveva ampio credito tra i cristiani. Come spiega Teresa Sardella, "il problema non è se la divinazione dice cose vere o false. Le previsioni sono realmente possibili, ma non ha senso tributare ai demoni onori divini. Esse sono possibili, infatti, per le particolari capacità cognitive dei demoni che sono potestates aeriae, che hanno un corpo, aereo, di materia sottilissima. E sono spiegabili proprio in relazione a queste specifiche condizioni fisiche e ontologiche dei demoni, di una extrasensorialità, che va oltre le percezioni sensitive degli uomini e degli animali, uccelli compresi. E sono spiegabili proprio in relazione a queste specifiche condizioni fisiche e ontologiche dei demòni, di una extrasensorialità, che va oltre le percezioni sensitive degli uomini e degli animali, uccelli compresi.
A differenza dell'ottundimento sensitivo dei corpi degli uomini, lenti e pesanti, la consistenza sottile dà ai loro corpi una sensibilità acuta e dinamica. Nel tempo e nello spazio si muovono, con movimenti fluidi e dinamici in ogni direzione, tornando al presente umano per annunciare ciò che hanno visto essere avvenuto prima e altrove e per comunicare ciò che avverrà ovunque nel futuro. La stessa loro lunga vita produce un accumulo di esperienza e conoscenza inaccessibili agli uomini. Tali potenzialità divinatorie sono del tutto equiparabili alle tecniche ­ quali medicina, nautica e agricoltura ­ con le quali condividono la possibilità degli errori naturali, perché si basano su specifiche competenze, ma con capacità molto più penetranti e acute. Possono inserirsi in modo invisibile nei pensieri mediante visioni immaginative, sia allo stato di veglia che del sonno. Possiedono la sensibilità di scrutare sul volto moti ed emozioni dell'animo, anticipando anche i comportamenti. Il più delle volte sbagliano e inducono proditoriamente gli uomini in errore, perché la gran parte delle cose predette sono quelle che essi stessi compiranno. Oppure plagiano anche qualche verità teologica dalle opere dei profeti di Dio e non ingannano né si ingannano quando preannunciano ciò che da queste hanno appreso.
Non c'è, però, alcuna possibilità di confronto tra la loro e l'altezza della profezia che Dio opera attraverso i suoi santi e profeti. Le loro previsioni su malattie, condizioni climatiche, e quant'altro è al di fuori del loro diretto controllo perché fondato su contingenze mutabili, possono venire stravolte. E, per non perdere prestigio e autorità, essi stessi ne addebitano la responsabilità agli intermediari e agli interpreti degli oracoli. È in questo settore che opera la più grande mistificazione: attorno alle previsioni sulla fine dei culti pagani. I seguaci di questi culti affermano che essa era prevista nei testi sacri della letteratura oracolare pagana. In realtà, tali predizioni erano già nelle Sacre Scritture. I templi pagani avevano poi ignorato per molto tempo questi eventi futuri, quasi per esorcizzarne l'avvento. Non poche erano le profezie pagane utilizzabili contro il paganesimo. Ma, di fronte alle predizioni dei loro profeti, i demòni si rifiutavano di credere alla possibilità di un simile evento. [...] Il De divinatione riflette una compiuta, sia pur schematica, rielaborazione teorica per ciò che riguarda la forza diabolica, rigorosamente ricondotta nell'ambito di una totale fisicità a un potere concesso (da Dio) e ricevuto (dai demòni), ad ambiti d'azione rigorosamente limitati; vi appare definita la subordinazione totale del mondo demonico a quello divino, superata ogni ipotesi che metta in discussione il primato dello spirituale rispetto alle manifestazioni del mondo materiale, ribaditi i principi indiscussi del monoteismo e dell'onnipotenza e bontà di Dio, oltre ogni rischio di infiltrazione manichea".
        Nel Medioevo passerà la visione agostiniana con altri elementi prelevati da una fiorente letteratura: i demoni, essendo creati da Dio, non sono in grado di creare ma anno enormi abilità tecniche che li mettono in grado di elaborare grandi macchinazioni come l'ingenerare malattie. Riescono a creare immagini, visioni e fantasmi sia nella veglia che nel sogno, loro grande regno che nel Medioevo verrà visto con grandissimo sospetto. I diavoli possono ingannarsi perché solo Dio è onnisciente ma riescono comunque ad ingannare l'uomo che ha facoltà molto inferiori.

 
IL PATTO CON IL DIAVOLO

        Ancora Agostino nel suo De Doctrina Christiana [II, 20]  scritto tra il 390 ed il 426 scrisse è superstizioso tutto ciò che gli uomini stabiliscono per creare degli idoli e venerarli, o per tributare un culto a una creatura o a qualche parte di una creatura come si trattasse di Dio o tutto quello che è consultazione dei demoni, o patto simbolico accettato e concluso con loro come si sforzano di fare le arti magiche. Questa frase che sarà ripresa letteralmente da Tommaso d'Aquino(9) nella Summa Theologiae [S. Th., II-II, q. 92, a.2], contiene l'importante concetto di patto con i demoni (pacta significationum). Da questo momento si inserirà nel dibattito teologico e non solo l'espressione che diventerà centrale durante il periodo della Scolastica con il non piccolo cambiamento di patto con il diavolo (anziché con i demoni).
        Sulla questione vi fu, nel 1326 un duro intervento di Papa Giovanni XXII che prese provvedimenti molto duri contro quelli che:
stringono un patto con la morte e con l'inferno, fanno sacrifici ai diavoli, li adorano, fabbricano e fanno fabbricare immagini, anelli o specchi o ampolle o qualsiasi altra cosa per legare magicamente a sé i diavoli, ad essi chiedono responsi, li accolgono, e per soddisfare i loro malvagi desideri chiedono il loro aiuto e per questo scopo assai turpe chiedono una turpe servitù. O quanto dolore! Un tale morbo pestifero, che si diffonde per il mondo più ampiamente, contagia sempre più gravemente il gregge di Cristo [Super illius specula].

Teofilo fa un patto con il diavolo (in alto a sinistra). Maria appare a Teofilo pentito (in basso a sinistra). Maria sottrae al diavolo ilo patto (in alto a destra). Maria restitutisce il patto a Teofilo liberandolo dal patto medesimo.

Un altro patto con il diavolo.

Il famoso patto con il diavolo di Mefisto.
        Tra le altre cose Agostino fece anche un primo elenco delle superstizioni che dovevano essere ripudiate da un cristiano. Alcune di esse sono: invocazioni, legature, medicine ed amuleti di qualsiasi tipo per mettersi in contatto con esseri occulti (naturalmente è sottinteso che debbano essere malefici); l'astrologia; gli orecchini; gli anelli di ossicini di struzzo; il prendersi il pollice sinistro con la mano destra quando si ha il singhiozzo; il credere che le amicizie siano minacciate dal fatto che uno inciampi su un sasso, un cane o un bambino; il tremare quando i topi si sono mangiate le scarpe; il rimettersi a letto quando, alzatisi, si starnutisce; la credenza nelle fate; ... Come si può vedere sono cose oggi in gran parte desuete (ed anche incomprensibili da noi) ma mostrano credenze che in certe epoche nascono e si mantengono fino al punto che uno come Agostino debba dedicarvi tanto tempo(10). Ma vi sono cose più importanti di queste. Agostino condanna infatti come superstizione l'antica credenza che il morto possa apparire con il suo corpo, e nega perfino che appaia con la sua anima. Secondo il nostro non si tratta né del corpo né dell’anima ma di una immagine spirituale del defunto, nella maggior parte dei casi suscitata dal diavolo. Egli nega risolutamente ogni possibilità di commercio fra i viventi e i morti, e si sforza di combattere qualunque forma di evocazione degli spiriti, una superstizione pagana. Come superstizione è la la credenza nei  fantasmi, nella necromanzia. Ma Agostino non esclude che, in qualche raro caso, l’immagine spirituale del morto possa essere introdotta nello spirito umano da un angelo buono. Questa possibilità aprirà nel Medioevo alle apparizioni sante di anime del Purgatorio, di santi e madonne che ancora oggi imperversano.


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