Sono passati appena sei anni dalla sua morte. Benedetto XVI, suo successore al soglio di Pietro, non ha perso tempo. Il 18 maggio 2005, un mese e mezzo dopo la scomparsa di Wojtyla, il vicario per la diocesi di Roma, cardinale Camillo Ruini, promulgava l’editto con cui invitava i fedeli a comunicare ≪tutte quelle notizie dalle quali si possano in qualche modo arguire elementi favorevoli o contrari alla fama di santità del servo di Dio≫.
1
«Santo subito»: una beatificazione a tempo record.E il 14 gennaio 2011. Il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, dirama la notizia. L’ invocazione della folla che il giorno dei funerali in piazza San Pietro gridava ≪santo subito≫ e stata ascoltata: il primo maggio 2011 Giovanni Paolo II sara beatificato.
Sono passati appena sei anni dalla sua morte. Benedetto XVI, suo successore al soglio di Pietro, non ha perso tempo. Il 18 maggio 2005, un mese e mezzo dopo la scomparsa di Wojtyla, il vicario per la diocesi di Roma, cardinale Camillo Ruini, promulgava l’editto con cui invitava i fedeli a comunicare ≪tutte quelle notizie dalle quali si possano in qualche modo arguire elementi favorevoli o contrari alla fama di santità del servo di Dio≫.
Continua a leggere...»
"Woytila Segreto": le ragioni contro la beatificazione
Sono passati appena sei anni dalla sua morte. Benedetto XVI, suo successore al soglio di Pietro, non ha perso tempo. Il 18 maggio 2005, un mese e mezzo dopo la scomparsa di Wojtyla, il vicario per la diocesi di Roma, cardinale Camillo Ruini, promulgava l’editto con cui invitava i fedeli a comunicare ≪tutte quelle notizie dalle quali si possano in qualche modo arguire elementi favorevoli o contrari alla fama di santità del servo di Dio≫.





Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commenti:
Da Centro Documentazione - sidernopressoffice@tin.it
LA FALSA LETTERA DI CALVI AL PAPA (GIA' PUBBLICATA DA "REPUBBLICA" NEL 1992) ADESSO RICICLATA IN UN LIBRO
Dopo aver letto su "Dagospia" il lancio del libro "Wojtyla Segreto» (edito da Chiarelettere), in cui è pubblicata come inedita una lettera del banchiere Roberto Calvi al Papa, in realtà un apocrifo già pubblicato da "Repubblica" nell'aprile del 1992, il giornalista Francesco D. Caridi ha scritto a Roberto D'Agostino quanto segue:
Caro D’Agostino, guardi che quella lettera di Calvi a Papa Giovanni Paolo II, riciclata adesso in un libro, non è stata mai scritta da Roberto Calvi, ma fu una iniziativa di qualcuno del suo entourage per cercare di dargli maldestramente una mano, con l’utilizzazione di fogli bianchi firmati in precedenza dal banchiere, ormai senza più bussola. Seppi da una fonte attendibilissima che quella lettera era stata scritta a macchina occasionalmente in un ufficio nei pressi di Piazza Rondanini a Roma e quindi affidata al vescovo Pavel Hnilika («Pro Fratribus», Via dell’Anima, dove si trovava anche l’ufficio di Flavio Carboni) per la consegna al cardinale Casaroli, forse tramite monsignor Marcinkus. Se si facesse una comparazione con alcune lettere autentiche di Calvi, si vedrebbero tra l’altro le differenze lessicali. Il resto è ridicolo.
Il giorno di Pasqua del 1992, "la Repubblica" pubblicò lo stesso apocrifo, che circolava da tempo tra i giornalisti (anch’io mi ero occupato di una inchiesta sul caso Calvi-IOR a metà degli anni Ottanta, per il settimanale “il Borghese”). Con Costantino Belluscio, il compianto vicepresidente dei deputati socialdemocratici col quale avevo una consuetudine di amicizia oltre che rapporti professionali, ci facemmo quattro risate, leggendo il finale della lettera col «bacio del Sacro Anello». M’incaricai di comunicare all’Ansa quello che sapevamo, con una mia dichiarazione pubblicata da alcuni quotidiani. In particolare, il “Corriere della Sera” del 21 aprile («Quella lettera non fu scritta da Calvi») diede ampio spazio al mio comunicato.
Francesco D. Caridi, giornalista
http://archiviostorico.corriere.it/1992/aprile/21/quella_lettera_non_scritta_Calvi_co_0_9204213623.shtml
Posta un commento